Spesso i termini interprete, traduttore e mediatore linguistico vengono confusi o usati in maniera impropria per indicare l’una o le altre professioni. Tuttavia, i ruoli che svolgono queste tre figure professionali, sono ben diversi, ed è bene tenerli a mente in modo da sapere a chi bisogna rivolgersi in base alle proprie necessità.
Il traduttore
Il traduttore è quella persona che porta il significato di un testo scritto da una lingua (detta lingua di origine o lingua source) in un’altra lingua (detta lingua di arrivo o lingua target).
Le competenze richieste ad un traduttore professionista sono:
– Approfondita conoscenza della propria lingua madre, delle strutture sintattiche e dei linguaggi specifici;
– Approfondita conoscenza della lingua da cui si traduce;
– Capacità di analisi e comprensione del testo;
– Possibilmente una specializzazione in uno o più settori specifici (es. settore tecnico-scientifico, medico, giuridico…)
L’interprete
L’interprete, a differenza del traduttore, è quella persona che traduce oralmente da una lingua verso un’altra: il suo compito è quello di rendere possibile la comunicazione in modo immediato tra persone che non parlano la stessa lingua.
Le principali modalità di interpretariato sono quattro:
– Simultanea: l’interpretazione simultanea, come suggerisce il nome, avviene simultaneamente al discorso di un oratore, generalmente in contesti in cui ci si rivolge ad una platea o ad un numero consistente di oratori. Si effettua in una cabina acusticamente isolata e dotata di cuffia e microfono, quindi la sala deve disporre di una cabina a norma ISO 2603 nel caso di impianti fissi, e a norma ISO 4043 nel caso di impianti mobili.
In ogni cabina devono essere presenti almeno due interpreti.
La giornata lavorativa è di 7 (sette) ore, ma sono ammesse prestazioni con un solo interprete in cabina quando la durata totale prevista è di un’ora.
– Trattativa: l’interpretariato di trattativa avviene generalmente tra piccoli gruppi di persone, in contesti specifici come quello commerciale o di servizi pubblici: l’interprete ascolta il discorso dell’oratore e lo traduce nell’altra lingua. Questo tipo di interpretariato non richiede l’uso di impianti tecnici
Per l’interpretazione di trattativa, la giornata lavorativa è di 7 (sette) ore, con un interprete per ogni lingua. Prestazioni con un solo interprete per due lingue sono ammesse per la durata di 4 (quattro) ore lavorative.
– Consecutiva: l’interpretariato in consecutiva è simile, nelle modalità e nei contesti in cui si effettua, all’interpretariato in trattativa, con la differenza che nell’interpretariato in consecutiva l’interprete ascolta un discorso della durata di svariati minuti e lo rende nella lingua di arrivo aiutandosi con degli appunti presi durante l’ascolto. Anche questo tipo di interpretariato non richiede l’utilizzo di impianti tecnici.
Per l’interpretariato in consecutiva, la giornata lavorativa è di 7 (sette) ore, con un interprete per ogni lingua. Prestazioni con un solo interprete per due lingue sono ammesse per la durata di 4 (quattro)ore lavorative.
– Chuchotage: l’interpretazione in chuchotage è una traduzione simultanea sussurrata all’orecchio dell’ascoltatore. Non richiede l’uso di impianti tecnici L’interprete ascolta il discorso dell’oratore e lo traduce nell’altra lingua. Per l’interpretazione in chuchotage, la giornata lavorativa è di 7 (sette) ore, con un interprete per ogni lingua. Prestazioni con un solo interprete per due lingue sono ammesse per la durata di 4 (quattro) ore lavorative.
Il mediatore linguistico
Mediare significa agire da intermediario in un conflitto tra due parti per contribuire a raggiungere un accordo. Una mediazione di questo tipo si verifica spesso, ad esempio, in controversie politiche e industriali. Nel campo dell’uso della lingua, per mediazione si intende aiutare le persone a comunicare efficacemente tra loro quando parlano lingue diverse, non capiscono certi termini o concetti, o quando hanno a che fare con situazioni o idee che sono nuove per loro.
La difficoltà di comunicazione può derivare, ad esempio, da differenze linguistiche o terminologiche, scarsa familiarità con determinati concetti o processi, differenze culturali. Queste sono situazioni con cui si trovano a che fare i migranti che arrivano o si stabiliscono in un nuovo paese ospitante. La mediazione è quindi molto importante per loro e per chiunque sia nuovo in un paese, nella sua lingua e nella sua cultura.
Ciò che distingue la figura dell’interprete da quella del mediatore linguistico, dunque, è che quest’ultimo non traduce semplicemente il discorso dell’oratore, ma tenta di adeguare tale messaggio alle esigenze e al background culturale della controparte. Al mediatore linguistico, pertanto, è richiesta anche un’approfondita conoscenza della cultura delle lingue parlate.